La storia del golf in Alto Adige

I momenti d’oro e i periodi bui del golf in Alto Adige

Nessuno oserebbe affermare che il gioco del golf sia nato in Alto Adige. C’è però chi sostiene con certezza che tra queste valli il golf venisse praticato già nel XVI secolo! A quel tempo nella Münstertal, una valle al confine con la Svizzera, si giocava un golf rudimentale, ovvero spingendo con un bastone una palla di legno verso un bersaglio. Per vincere bisognava raggiungere il bersaglio con il minor numero di colpi. All’epoca si giocava esclusivamente alla fine di agosto e a settembre sui campi dei contadini appena falciati. Oggi, invece, in Alto Adige si gioca tutto l’anno e su campi da golf particolarmente confortevoli, al cospetto di una cornice paesaggistica mozzafiato.

Gli albori del golf

Quello che è certo è che il golf in Alto Adige vanta oltre 100 anni di storia! Le origini del golf austriaco risalgono alla fondazione del primo club a Vienna nel 1901. Tuttavia a Merano ci si era avvicinati al golf già dieci anni prima: il Granduca Michele di Russia, infatti, aveva introdotto questo sport a Merano già nel 1891. Terminata la Prima Guerra Mondiale, nel 1921 l’amministrazione delle terme della città fondò un comitato per il golf e nel 1922 fu inaugurato il primo campo da golf. A quel tempo campagne pubblicitarie mirate cercarono di attirare il pubblico inglese ed americano a Merano. L’obiettivo venne raggiunto.

I tempi d’oro del golf

 

Le origini del turismo in Alto Adige sono legate alla nascita dei grand hotel altoatesini. Tra questi spicca il Grand Hotel Carezza, costruito nel 1893 in una zona palustre ancora ricoperta da sterpaglie. Il Grand Hotel Carezza fu il primo edificio situato a 1.630 metri sul livello del mare ad essere dotato di corrente elettrica. I lavori di costruzione durarono diversi anni e in alcuni periodi coinvolsero fino a 560 artigiani contemporaneamente. L’hotel venne inaugurato con una cerimonia ufficiale l’8 luglio 1896. All’inizio del XX secolo la struttura alberghiera disponeva già di campi da tennis e di un campo da golf a 9 buche, progettato secondo il modello americano. Nel 1921 il campo da golf venne ampliato per diventare un campo a 18 buche e nel 1951 le buche diventarono addirittura 21.

 

Anche il Mendola Golfclub, che oggi porta il nome di Dolomiti Golf, è conosciuto tuttora soprattutto per il suo passato illustre: verso la fine del XIX secolo, il Passo della Mendola era una delle mete turistiche più apprezzate dell’intero arco alpino e fungeva da residenza estiva della Corte degli Asburgo. All’inizio del XX secolo anche le casate nobiliari altoatesine scoprirono il gioco del golf e nel 1927, ai piedi del Monte Roen, vennero costruite varie strutture alberghiere e un campo da golf a 9 buche. Nel corso delle guerre mondiali il turismo legato al golf visse un periodo di crisi in tutto l’Alto Adige.

 

Il momento buio dopo il boom

 

A Merano l’entusiasmo per il golf terminò molto prima che sul Lago di Carezza e sulla Mendola. Nel 1934, infatti, fu inaugurato l’ippodromo, esattamente lì dove prima si trovava il campo da golf. Questo decretò la fine della storia del golf a Merano. E così il leggendario maestro di golf Carlo Gögele, privato della sua fonte di reddito, decise di trasferirsi in Germania. Il tentativo di aprire un campo sull’Altipiano del Renon da parte di Rudolf Rimbl, consulente aziendale bolzanino e pioniere del golf, fallì così come tutti gli altri. Ovunque ci si trovasse le ragioni erano sempre le medesime: il diniego nei confronti di uno “sport considerato da ricchi e per vecchi”. Sul giornale vennero pubblicate lettere di cittadini preoccupati che parlavano di “piste per il golf in cemento” o di come “le palline da golf formassero veri e propri crateri nel suolo”. Dopo 21 anni di inutili sforzi, Rudi Rimbl riuscì a persuadere la famiglia Thaler: con la costruzione del campo da golf a nove buche a Monte San Pietro si aprì un nuovo capitolo del golf in Alto Adige.

 

Il Golf Club Petersberg e il rilancio del golf

 

Nel 1986 la famiglia Thaler incaricò l’architetto specializzato Marco Croze di progettare il campo da golf di Monte San Pietro, mentre l’incarico di costruire la club house andò all’architetto Walter Pichler. Gli scavi iniziarono nel 1988. La maggior parte dei lavori venne completata nell’autunno dello stesso anno e a settembre venne seminata l’erba su tutti i 9 green, sul putting green e su alcune parti del fairway. Proprio in questo mese un gruppo di 15 persone fondò il Golf Club Petersberg, che già nel dicembre dello stesso anno contava 44 membri.

 

Oggi il golf si è conquistato un posto d’onore nell’offerta turistica dell’Alto Adige. Sono passati 30 anni dall’inaugurazione del primo ed unico campo da golf a 9 buche di Monte San Pietro e nel frattempo il golf ha trovato il suo spazio tra le proposte di sport dell’Alto Adige. Oltre al Golf Club Petersberg, altri 7 campi da golf e diversi campi prova testimoniano il successo di questo sport: a fondovalle, tra meleti e vigneti, il Golf Club Eppan e il Golfclub Lana, ad alta quota i campi da golf situati a San Vigilio ai piedi dell’Alpe di Siusi, in Val Pusteria, in Val Passiria e in Alta Badia e, per ultimo, ma non meno importante, l’impegnativo “Mountain Beast” di Carezza, sul Passo di Costalunga.